I COME… ISTRICE

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Per presentare la lettera I , anche questa volta ho letto la storia proposta dal testo che ho adottato “A come …. a scuola insieme” Edizioni Pearson.

I COME… ISTRICE

La piccola istrice era molto paurosa. Restava volentieri al calduccio nella sua tana tra le radici dell’albero, perché si sentiva protetta. Usciva raramente e quando lo faceva si muoveva con molta attenzione: prima tirava fuori il naso e annusava l’aria, poi si guardava intorno sospettosa e, solo quando era sicura che non ci fosse nessuno, lasciava la sua tana.
Anche quel mattino istrice uscì dal suo rifugio.
Di solito raccoglieva le mele cadute nel prato e le portava nella tana per mangiarle al sicuro, ma quel giorno tra l’erba non c’era nulla, nemmeno un frutto. Poi la vide. Era una mela tonda e lucida, che era caduta ai piedi della collina. Istrice trotterellò verso di lei sulle zampette corte. CLIC…CLIC…CLIC… risuonavano gli aculei.
A quel punto sentì un rumore che la spaventò: SCRIIC…SCRIIC…SCRIIC… Sollevò lo sguardo e in cima alla collina vide orso. Era grande, grosso e rumoroso. Istrice cominciò a tremare e gli aculei suonarono.
Orso era così impegnato a grattarsi la schiena contro il tronco di albero che non si accorse della presenza di istrice. Si grattava con grande soddisfazione e albero ondeggiava come scosso da un forte vento. Una pioggia di mele precipitò sul prato.
Gli aculei di istrice suonarono ancora più. Orso se ne accorse, si girò e, per niente sorpreso, si rivolse a istrice: -Ehi, istrice, vieni qui! Schienami la gratta, cioè, volevo dire, grattami la schiena.
Istrice non credeva alle sue orecchie!
– Se non ti muovi, verrò io da te – disse orso senza scomporsi.
Quello che accadde poco dopo aveva dell’incredibile. Orso e istrice si misero schiena contro schiena e gli aculei appuntiti di istrice grattavano la schiena di orso, il quale, pienamente soddisfatto, diceva: – Evviva! Sei una fettugia graffetta, cioè, volevo dire, una grattugia perfetta!
La sera stessa, orso aiutò istrice a raccogliere le mele cadute e ne presero tante da riempire tutta la tana tra le radici.
Quella notte istrice fece un sogno. Sognò di volare sempre più in alto e via via che saliva si trasformava: si accorciavano gli aculei fino a scomparire… e, alla fine, rimase solo una letterina che brillava nella notte. Era la lettera I come… Istrice.

(tratto da A come…..a scuola insieme – Edizioni Pearson)

Anche questa volta ho raccontato la storia usando le sagome dei 5 personaggi che rappresentano le vocali.

marionette sagome

Sul quaderno abbiamo incollato il minibook della storia di I.

book i

I seq 1Infine ho preparato una scheda con immagini di oggetti che iniziano con I.

Immaginequad

indiano

Per aiutarli nel lavoro ho preparato le stesse immagini in formato più grande stile flashcard.

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